sabato 28 febbraio 2015

Aquarius

Negli anni Sessanta dagli Stati Uniti partì il movimento dei cosiddetti figli dei fiori, che oltre a rappresentare vivacità di colori e libertinaggio, costituì una cultura alternativa che aveva alla base il rifiuto della guerra del Vietnam e delle armi nucleari (il famoso e spesso impropriamente usato PEACE&LOVE).

Amavano viaggiare con lo stretto necessario, i primi veri cosmopoliti colorati che il mondo abbia mai avuto. Fiduciosi nell'umanità, praticavano l'autostop con zaino in spalla e partivano per esplorare (o forse per cercare di migliorare) il mondo, pieni di aspettative e di grinta.

Esprimendosi attraverso la musica rock, folk e blues, attraverso l'arte drammatica e le pubbliche manifestazioni, si può affermare che si tratta di un movimento trasgressivo e al contempo in linea con i precetti del cristianesimo, del buddhismo e della predicazione gandhiana. 

Nel 1969 si ebbe il celebre Woodstock Music and Art Festival, un concerto tenutosi a Bethel che, oltre alla partecipazione di 500 mila persone, vide esibirsi tra i più grandi cantanti, musicisti e band di tutti i tempi: Janis Joplin, Carlos Santana, The Who, Jimi Hendrix, giusto per fare qualche nome. 

Perché il movimento si avviò alla conclusione? In realtà la cultura hippie non è mai completamente scomparsa. In ogni persona vive il desiderio di amore e di giustizia, di pace universale e di libertà. Battaglie hippie si combattono ogni giorno, nonostante l'omologazione e l'informatizzazione ci hanno resi meno visibili in quanto persone e più presenti in qualità di consumatori e di account per social network. I cambiamenti odierni ci portano a sentirci meno ribelli e probabilmente lo siamo davvero, ma non dobbiamo dimenticare che ogni epoca si esprime e manifesta con gli strumenti, vecchi o nuovi, che ha a disposizione. Le battaglie online sono più impersonali, ma permettono in realtà di raggiungere obiettivi più grandi e sopratutto più lontani. 

Ogni generazione sente di perdere qualcosa man mano che si avanza, perché ogni passo verso il progresso induce ad abbandonare il vecchio. E così il rullino è desueto, ma non vuol dire che non si continui a fare foto. 

I mezzi cambiano, i propositi restano.

E come dice una famosa canzone:

As our hearts go beating through the night
We dance unto the dawn of day
To be the bearers of the water
Our light will lead the way!




2 commenti:

  1. A modo mio, per quel che potevo e per quello che l’ambiente borghese in cui vivevo mi permetteva, sono stata anch’io una “figlia dei fiori” : capelli lunghi, casacche larghe e colorate, un cinturino di cuoio come collana e soprattutto il desiderio di libertà e giustizia nel cuore ! Partecipavo a manifestazioni di protesta e l’unica violenza era il timbro di voce con le quali cantavamo le nostre canzoni di libertà, di rivoluzione ma soprattutto d’amore. Bellissimo il passaggio in cui scrivi che la cultura hippie non è mai completamente scomparsa. Chi ci credeva veramente porta ancora con sé quell’urlo di giustizia e di amore con fede e dignità ! Grazie per il video di un film che commosse migliaia di giovani cuori :)

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  2. Grazie a te per la tua testimonianza :) Purtroppo non ho avuto il piacere di far parte del sorgere del movimento di cui parli, quindi i racconti sono l'unica fonte forte di cui quelli della mia generazione possono disporre...

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