mercoledì 11 marzo 2015

Noi, perfezionisti alla Sheldon


Lo conoscete tutti lo strano coinquilino che ognuno vorrebbe avere?! Il suo nome è Sheldon Cooper, il fisico teorico e protagonista indiscusso della serie americana Big Bang Theory. Con lui che etichetta ogni cosa nel vostro appartamento (etichettatrice compresa) e che saprebbe dare una logica spiegazione anche alla presenza di un Oecanthus fultoni apparso nel suo soggiorno, la vita sarebbe molto...perfetta! Certo, un soggetto del genere ha anche molte manie, come ad esempio il suo posto fisso sul divano perché d’inverno quel posto è così vicino al termosifone da permettere di stare al caldo. D’estate sta su una linea di corrente fresca che si ottiene aprendo sia quella finestra che quell'altra. È di fronte alla tv, ha un’angolazione che non scoraggia la conversazione ma non la implica neanche. Insomma, un concentrato di sapere e follia che incontrano un'incapacità all'adattamento sociale, tanto che i suoi compagni d'avventura ripeteranno lui spesso per convincerlo ad un comportamento conforme con la società, che una determinata azione, per noi comuni mortali essenzialmente normale, è una convenzione sociale non opzionale

Associato da un recente studio alla sindrome di Asperger (sindrome che prevede un alto quoziente intellettivo ed una dedizione ad una particolare disciplina, associati ad una bizzarra fobia sociale), il nostro fisico teorico ha sempre l'opinione d'essere intellettualmente superiore ai suoi amici e, in generale, a tutti coloro che popolano il pianeta Terra, compresi anche i grandi scienziati e Premi Nobel che, a parer suo, dovrebbero essere onorati di lavorare con lui (o per lui, come sottolinea al suo amico ed astrofisico in una delle puntate della spassosa serie). Profondamente incapace di intrattenere relazioni sociali informali, nutre e coltiva il sogno di raggiungere il Premio Nobel per la fisica (che si svelerà, in una puntata dove saranno rimesse in discussione tutte le sue credenziali scientifiche, essere semplicemente il sogno di un Premio Nobel qualsiasi, anche quello per la pace, ottenibile grazie alla sua brillante idea della costruzione di una nuova Gerusalemme in America). Ogni insuccesso lo paralizza e lo porta a formulare idee e scappatoie per poter affermare ancora una volta il suo genio su tutto il genere umano. Il suo alto sogno e sfacciata convinzione di essere destinato al Premio Nobel, combacian perfettamente con le sue manie da persona ordinata e abitudinaria: ogni sua azione fa parte di una routine perfettamente organizzata e schematizzata che Sheldon impone anche alle persone che gli stanno intorno (per esempio il sabato sera è la sera del bucato). Non tollera che altre persone possano interferire nelle sue abitudini e fatica a concepire l'idea che possano esistere dei motivi per modificarle. 

Questo simpatico video illustra i contatti tra i comportamenti di Sheldon e i sintomi della sindrome di Asperger:



Estremizzando il concetto di perfezione, Sheldon Cooper incarna una grande fetta di persone che al giorno d'oggi abitano la Terra. Non tanto per le manie socio-fobiche, quanto per il desiderio intrinseco di diventare importante o, come si dice ormai quotidianamente, di diventare 'qualcuno'. Ebbene, i comportamenti di noi perfezionisti non differiscono molto da quelli dell'incontrastato genio creato dai mass media: miriamo in alto, perseguiamo un obiettivo, ci sentiamo migliori se non di tutti ma perlomeno di una grande massa indistinta popolare, programmiamo non solo la nostra vita ma le nostre giornate e le nostre ore sino al minuto più irrilevante, gestiamo le relazioni in uno strano concetto di dare-avere, poniamo in cima la realizzazione personale riponendo fiducia nelle nostre capacità ovviamente eccezionali e, se ci è concesso dirlo, superiori alla media. Purtroppo il mondo non è sempre grato né concede ricompense o Premi Nobel, anche quando si vive nella coscienza di meritarli. La realtà è che il perfezionismo non è quella bella campana di vetro in cui ci si ripara per sentirsi belli e bravi. Si parla di perfezionismo quando si esige da se stessi o dagli altri una prestazione di qualità superiore rispetto alla norma, e quando questa richiesta è accompagnata da una continua critica e svalutazione del comportamento, non solo altrui, ma proprio. Il perfezionista è un pessimista che vive nella speranza di potercela fare, un giorno, a diventare quel 'qualcuno'. Di vincere, insomma, il suo tanto agognato Premio Nobel.


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