domenica 26 aprile 2015

Un canto dal Mediterraneo


Si dice che le Sirene ammalino e seducano col loro canto, che la loro bellezza sia iperbolica, che abbiano ingannato marinai avventurieri. Si dice anche che simboleggino il vento di Scirocco, quel calore umido del Sud-Est che ti s'incolla addosso, il vento di Mezzogiorno, del Sole, di Zante. È il Mediterraneo che si spinge sino alle Colonne d'Ercole, luogo del limite e del suo superamento. La marea si alza, la marea s'abbassa, e le Sirene sono sempre lì a intonare le antiche melodie degli abissi. Ed il limite è la resistenza o l'abbandono al canto e alle profonde acque salate. E la vita è chieder loro il perché, sapere cosa gli uomini abbiano fatto per meritarsi motivi d'incanto e di morte. Che non è poi così difficile credere che i mortali abbian loro strappato qualcosa - una conchiglia spezzata, un'onda imperfetta, la loro madre. Ed un canto fatale allieta anche la morte, anche l'attesa.

  

De Satan ou de Dieu, qu'importe? Ange ou Sirène,
Qu'importe, si tu rends, — fée aux yeux de velours,
Rythme, parfum, lueur, ô mon unique reine! —
L'univers moins hideux et les instants moins lourds?
(Charles Baudelaire - Hymne à la Beauté)


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